The books chosen by Andrea Salonia
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Apro a caso, pagina 174: “…una cosa che ha imparato è che innamorarsi disperatamente, perdutamente è in realtà un processo molto selettivo…”
L’avevo acquistato appena comparso nel radar degli occhi, circa un anno addietro; un poco per quella sua copertina molto Iris Apfel, occhiali grandi tondi e arancioni, capello corto, maglione a collo alto; un poco per quel titolo … ragazza, donna, altro…scritto tutto in corsivo senza maiuscole, come sospeso; un poco perché da qualche parte c’era scritto: ALT! Qui ci si deve fermare e leggere. Appunto.
Così, un giorno dello scorso agosto – a Varazze c’era un sole bello e amici affettuosi e le ore erano proprio meravigliosamente lente – ecco che l’ho cominciato, e poi ho letteralmente divorato questo ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo (edizioni SUR, 2020), scrittrice londinese anglo-nigeriana, pluripremiata, inclusiva, estrema, scomoda (forse), ragazza, donna e pure altro.
Martina Testa ha tradotto un’opera difficile da tradurre, perché – a mio avviso – è difficile riuscire nell’impresa di rendere con successo in altra lingua (peraltro, connotata quanto la lingua italiana) una modalità espressiva come quella della Evaristo, fatta di frasi brevi o lunghe, talvolta paragrafi interi, senza una punteggiatura marcata (e ciò non è certo particolarmente originale, se ben ricordiamo lo straordinario Giuseppe Berto e quel suo Il male oscuro, il cui peso specifico è forse finanche superiore a quello dell’osmio), ma soprattutto per la scelta di gestire lo spazio nella pagina come se ogni parola fosse in fuga dalle precedenti, e per questo efficacissima nel rendere il disagio degli individui, l’elettricità, la gioia, la rabbia, l’estasi, insomma le emozioni tutte.
Ragazza, donna, altro racconta di donne e di vite delle donne. Racconta del femminismo, del sesso, dell’omosessualità, del diritto all’autodeterminazione, delle scelte libere e delle scelte imposte. Racconta della violenza, della fluidità, dei dubbi sul cosa siamo e cosa vorremmo essere (sul serio).
Del successo e degli insuccessi che ogni vita ha in serbo, senza mai essere in alcun modo didascalica nel narrarne, ed è davvero un gran pregio. Della ricerca dell’approvazione altrui, oppure e al contrario della totale e pura libertà: senza nessuno a guardarci, senza nessuno a giudicarci.
Dell’essere impavidi e dell’essere impauriti, che han poche lettere di differenza, ma son diametralmente opposti. Racconta del rapporto con i genitori; con la madre, con le madri; con il padre, con i padri; con quelli che abbiamo dato sempre per scontato (ci sono! ci saranno, sempre), cristallizzati in un grappolo di immagini di un tempo che fu, quando eravamo bambini o giovinetti e loro non han fatto nulla di male se non venire meno alle aspettative di noi figli; quelli che solo noi abbiam potuto criticare, chè guai se altri osassero farlo, allora sarebbero guai grossi. E che magia: narra del tempo che è necessario che scorra perché si acquisisca maturità sufficiente per imparare a sognare.
Quindi, ragazza, donna, altro racconta di tutto questo e altro ancora, con una prospettiva molto femminile, che nell’insieme avrei mal digerito e accolto con tanta fatica, nel timore di una serie di stereotipi ghettizzanti che poco mi piacciono. In verità, ragazza, donna, altro è sì scritto da un’autrice donna, solidamente donna e con una prospettiva “volutamente” femminile, che diventa però fin universale, transnazionale, interculturale, transgenerazionale, indipendente da cliché di sesso, lingua, orientamento sessuale, nazionalità, religione, eccetera. Ne ha per tutti e tutte e tutto,
Bernardine Evaristo, pur rimanendo molto inglese nel suo modo di concepire il quotidiano e i rapporti interpersonali. E certo non nel senso del tè delle cinque, di Abbey Road e del Re Carlo III.
No, di quella che è la Gran Bretagna multiculturale, multicolorata, strafottente, sfacciata, artistica, indipendente, ricca e povera, arrabbiata e mite. Melting pot. Approdo. Isola.
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Bernardine Evaristo, Ragazza, donna, altro, SUR, Roma, 2020
Original edition: Girl, woman, other, Hamish Hamilton, London, 2019