Written by Ludovica Micalizzi
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La presa di coscienza che il tranquillo mondo nel quale siamo sempre vissuti è solo una grande menzogna è, probabilmente, la frase che meglio sintetizza la trama de La vita bugiarda degli adulti romanzo di Elena Ferrante, autrice nota al grande pubblico per la quadrilogia L’amica geniale.
La protagonista è Giovanna, un’adolescente degli anni Novanta, unica figlia di una coppia di insegnanti che la crescono in ossequio a ideali liberali e progressisti. Il padre, figura centrale nel romanzo a cui la ragazza è particolarmente legata, le somministra quotidianamente nozioni di ateismo attraverso la lettura di saggi da lui stesso consigliati; la madre, una donna inerte, priva di veri slanci emotivi e incapace di affermarsi, ha cresciuto Giovanna come una ragazza a modo che non pronuncia mai frasi inappropriate le quali potrebbero compromettere la sua buona educazione.
Tutto scorre in una tranquillità cristallizzata fino al giorno in cui, ironicamente, il padre afferma che Giovanna sta assumendo le sembianze fisiche di sua sorella Vittoria, donna disprezzata che incarna principi totalmente opposti a quelli abbracciati dalla loro famiglia. Nonostante l’astio palesato da entrambi i genitori nei confronti di Vittoria e i continui tentativi di dissuadere la figlia dal volerla conoscere, Giovanna decide di incontrare quella zia con cui non ha mai avuto alcun contatto e di cui, suo malgrado, sta prendendo le sembianze. L’incontro (e la successiva relazione) segna una rottura psicologica ed emotiva nella vita della protagonista. Vittoria è più di una persona fisica: è un simbolo ermeneutico, una chiave di accesso all’esistenza. È lei che fa aprire gli occhi alla giovane, troppo legata a una visione ingenua della realtà, permettendole di capire che il mondo intorno a lei non è altro che un susseguirsi di bugie, di frasi non dette, di gesti nascosti.
Prende così avvio il processo di formazione di Giovanna che, pagina dopo pagina, scopre come tutti intorno a lei si siano costruiti una vita falsa, votata all’ipocrisia, di cui lei è solo una pedina. Dal divorzio dei genitori all’allontanamento dalle sue devote amiche di infanzia, a farne da padrone è sempre il senso di ribellione – reso oggettivo nella bocciatura il primo anno di liceo, nelle frequentazioni di ragazzi poco raccomandabili e nelle storie inventate per giustificare i pomeriggi fuori casa- e che costituisce la spinta grazie alla quale Giovanna porta a termine il suo svezzamento entrando pienamente (anche lei!) nella vita bugiarda degli adulti.
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Elena ferrante, The lying life of adults, E/O, Roma, 2019