Written by Maria Guidi
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Scritto da Steinbeck nel 1937, Uomini e topi è uno di quei romanzi che – a prescindere dal trascorrere del tempo – risultano sempre attuali e lasciano un segno profondo nel lettore.
È la storia di un’amicizia, quella tra George e Lennie, che si spostano da un ranch all’altro lavorando dove capita, con l’intenzione di mettere da parte abbastanza denaro da “avere un posticino tutto loro”. Ma perché si spostano continuamente? Perché Lennie ha qualche problema, è un bambinone e George, nonostante tutte le difficoltà che l’amico gli causa, non può e non vuole abbandonarlo. I due sono legati a doppio filo, anche se per motivi diversi e George, a prescindere dai guai causati da Lennie, non riuscirà mai a staccarsi dall’amico. La loro vita scorrerà quindi così, tra un lavoro, un incidente e la ricerca di un nuovo posto dove stare, fino a che qualcosa interromperà questa strana routine.
Con questo romanzo, l’autore tocca – oltre all’amicizia – altri temi importanti, parlando di discriminazione, razzismo e solitudine; quest’ultima, in particolare, permea un po’; tutta la narrazione. Se è vero che, infatti, che i due protagonisti sono amici e trascorrono insieme la maggior parte dell’esistenza, è altrettanto vero che Lennie non è una persona su cui poter contare. Tra i due non c’è un rapporto di amicizia paritario, ma si tratta piuttosto di una sorta di dipendenza, perché Lennie è, fin troppo spesso, un uomo di cui è necessario occuparsi e non un amico su cui fare affidamento. Un senso di rassegnazione e tristezza permea, quindi, l’intera esistenza di George.
Bellissime, anche se malinconiche, sono le descrizioni della vita quotidiana: l’anziano lavorante nero, che trascorre la vita ai margini, diffidente nei confronti di chiunque; l’insoddisfazione della giovane moglie, che cerca svaghi in ogni persona che sia disposta a darle un po’ di attenzione e calore umano; il cameratismo che, volente o nolente, si sviluppa tra i lavoranti. La vita sembra scorrere in modo abbastanza sereno, quindi, fino a quando un nuovo “incidente” stravolgerà la vita dei due amici e di coloro che stanno loro intorno.
A quel punto, non ci si potrà più tirare indietro, bisognerà prendere posizione.
Cosa si è disposti a fare per proteggere qualcuno? Fino a cosa ci si può spingere per amicizia?
L’epilogo di questo libro è davvero un pugno allo stomaco; Steinbeck chiude con un finale intenso e drammatico, che colpisce il lettore e che lascia spiazzati e con l’amaro in bocca; nonostante questo, però, non si può che amare questo romanzo e consigliarne la lettura a tutti.
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John Steinbeck, Of mice and man, Bompiani, Milano, 2016 (Prima Edizione 1937)