Written by Alessia Colombo
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Tipologia: albo illustrato
Tematiche principali: mare, ironia
Tecnica delle illustrazioni: digitale
Età consigliata: 6-10 anni
Comincia tutto con un pesciolino decisamente troppo chiacchierone per i suoi intenti criminali. Infatti ci racconta subito di aver appena rubato il cappello ad un pesce molto più grande che se ne stava addormentato. E prosegue spiegando come difficilmente il padrone del cappello riuscirà a scoprire chi è stato e a riprenderselo (se mai si sveglierà).
Nel mentre però, le illustrazioni ci mostrano che il pesce enorme si è accorto del furto ed è partito subito alla ricerca del ladruncolo. Ignaro di questo, il piccolo pesce continua il suo monologo, rivelandoci senza indugi il suo piano per tenersi la refurtiva: nascondersi dove le piante crescono alte e fitte. Ma nelle immagini il pesce più grande è sulle sue tracce ed è sempre più vicino. Quando ancora vediamo la coda del piccoletto che spunta dalle piante alte e fitte, ecco che fa la sua comparsa le testa del pesce enorme. Entrano tutti e due, ma sarà solo il più grande ad uscire, con il suo cappello di nuovo in testa.
Che fine avrà fatto il piccolo pesce?
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Ammetto che ho avuto difficoltà a descrivere questa storia a qualcuno che non ha davanti le illustrazioni, perché il libro basa tutto sul dialogo tra testo e immagini. Proprio dal contrasto tra ciò che narra il testo e ciò che mostrano i disegni scaturisce l’ironia, che è il miglior pregio del libro. Il finale è “aperto” in un certo modo, per quest’albo pluripremiato edito in Italia da Zoolibri. Nonostante resti sottinteso che il piccolo pesce sia molto probabilmente stato mangiato, non ne abbiamo le prove. Dunque nessun moralismo, risulta chiaro durante la lettura che il lettore è libero di scegliere se patteggiare per il pesciolino, a cui infondo il cappello sta molto meglio, o per il pesce più grande che è la vittima (ma forse anche il carnefice). Personalmente sono stata decisamente conquistata dalla parlantina del piccolo pesce. Quindi, forza piccoletto!
Questo uso del testo e delle immagini, unito a una palette scura e sui toni del marrone/grigio, lo predispone più per una fascia scolare. Ma chi dice che all’infanzia bisogna proporre solo albi dai colori vivaci e senza ironia? Se letto insieme penso che possa essere una buona compagnia anche per i più piccoli. Infondo i disegni sono semplici e immediatamente riconoscibili, e credo sia giusto che ai bambini siano proposte storie di genere e stili diversi.
Per gli appassionati delle trilogie faccio notare che Questo non è il mio cappello è il numero due di tre libri a tema “cappelli”, tutti realizzati da Jon Klassen. Al numero uno troviamo Voglio il mio cappello e al numero tre Toh! Un cappello! Stessa ironia, stesso stile illustrativo, ma protagonisti diversi. Devo ammettere però che il secondo albo resta decisamente il mio preferito.
Siete d’accordo? Leggerteli e fatemi sapere.
E ricordate, non rubate mai il cappello a pesci molto più grandi di voi!
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Jon Klassen, This is not my hat, ZOOlibri, Reggio Emilia, 2013
Edizione originale: This is not my hat,Candlewick Press, Somerville, 2012