Walk Through Walls: A Memoir

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Written by Roberta Tamma

This review is available only in the original language.

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Attraversare i muri è l’autobiografia della performance artist Marina Abramović, nonché la prima autobiografia che ho letto in assoluto. Grazie a questa biografia, ho compreso meglio non solo il personaggio Marina Abramović, ma la PERSONA Marina Abramović.

L’ho conosciuta dalla sua infanzia, come fossimo amiche da sempre ed a piccoli passi ho scoperto il rapporto burrascoso con sua madre, che lei stessa definisce “una donna comunista dallo spiccato materialismo”. Ho conosciuto la surreale storia d’amore dei suoi genitori e l’amore finito, l’ossessione di sua madre per l’ordine e per la determinazione, il tradimento di suo padre, le assurde regole alla quale l’adolescente Marina ha dovuto sottostare, che l’hanno inevitabilmente condotta alla sua ricerca costante di libertà.

«Libertà: da Belgrado, da mia madre, dall’arte a due dimensioni.»

Perché Marina si è affacciata all’arte nel modo più basilare possibile, ma è andata oltre. Lei ha conosciuto l’arte dello spingersi oltre ogni limite, del donare la totalità di se stessi nelle performance, camminare parallelamente al fallimento senza avere paura di incrociarlo: «le risposte che mi piacciono di meno sono quelle da cui imparo di più.»  Ho conosciuto la straordinaria storia d’amore con Paolo Canevari, costantemente messa in ombra dalla storia d’amore con Ulay.

Entrambe le relazioni hanno messo in discussione tutta la forza di Marina: cerca sempre di dimostrare che può farcela da sola senza il bisogno di nessuno, e puntualmente si ritrova senza amore e affetto. Ho conosciuto i suoi viaggi: Nel Gran Deserto Australiano dove ha potuto conoscere i primi abitanti di questa terra, gli aborigeni; ha potuto conoscere il punto più alto del contatto dell’uomo con la natura e l’atmosfera.

L’arrivo a Bodh Gaya, in India, luogo emblematicamente conosciuto per l’illuminazione di Buddha, per incontrare un maestro sufi nonostante la scalinata di trecento gradini, affrontata strisciando a causa della caviglia slogata. Il ritiro di Tara Verde, per scappare dall’ormai asfissiante relazione con Ulay ad Amsterdam, per il bisogno di respirare concretamente e metaforicamente. E, dulcis in fundo, ho conosciuto le sue performances geniali: Thomas Lips, Balkan Baroque, Rhythm 0, Imponderabilia, Freeing the voice, Rhythm 5, Rhythm 10.

Ho conosciuto le idee dalla quale queste performances sono nate e il significato che c’è dietro, e per quanto assurde o insensate possano sembrare, il loro significato va oltre e fa parte di un tassello di un puzzle molto più ampio, di un arte non incatenata alla bellezza e alla perfezione, a qualcosa fuori di se, ma a qualcosa dentro l’uomo.

Consiglio la lettura di questo libro a chi ha dei pregiudizi nei confronti della performance art e nei confronti di Marina Abramović, fa davvero ricredere e comprendere il significato di ogni azione e di ogni esibizione dell’artista.

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Marina Abramović, James Kaplan, Walk Through Walls: A Memoir, Bompiani, Milano, 2019 

Original Edition: Walk Through Walls: A Memoir, Penguin UK, London, 2016

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