“Tutti hanno paura e si sentono soli, e la vita è prigione di tutti.”
Elba è una giovane adolescente costretta a vivere all’interno di una struttura psichiatrica nei primissimi noi ottanta. La sua unica colpa è quella di essere figlia di una donna ospite della struttura, e quando questa viene a mancare, piuttosto che essere mandata in un orfanotrofio, rimane a vivere nel manicomio, sebbene non abbia alcuna diagnosi di pazzia.
Medici, infermieri, sorvegliano e malati, ognuno impegnato ad interpretare un ruolo ben definito, ma pronti a scambiarseli senza rendersene conto. I racconti di Elba ci accompagnano alla scoperta di un mondo di soprusi, vessazioni e inaspettati atti di pietà.
A rompere parte delle rigide regole è l’arrivo del medico Fausto Meraviglia. Forte sostenitore della legge Basaglia, da poco entrata in vigore, Meraviglia darà la possibilità alle degenti di esprimere il loro malessere. Un ritorno alla normalità troppo a lungo negata, e messa a tacere da farmaci e elettroshock. Vengono cosi a sbocciare le personalità di donne rinchiuse senza una vera diagnosi di infermità mentale, ma magari perché troppo loquaci, perché diventate un peso per le famiglie, o semplicemente perché figlie di un peccato originale che nessuno ha voluto assolvere, come Elba.
Il rapporto tra Elba e il medico Meraviglia accompagnerà lo sviluppo del racconto, con un riconoscimento delle reciproche debolezze, e la nascita di un sentimento di reciproco rispetto, a cui forse nessuno dei due è stato mai abituato.
Andiamo invece sullo stile di scrittura: lineare, priva di eccessi, dritta al punto. Rende la lettura piacevole, tanto da leggere l’intero testo in pochissimo tempo, senza particolari sforzi. Ci sarebbe piaciuto qualche sbavatura in più, una maggiore intensità anche poetica in alcuni passaggi chiave, riuscire a sapere il gusto di alcune emozioni, e persino essere calati dentro al manicomio con una fune di parole resistente e sicura, ma forse questo è solo una questione di gusti personali. Lo consigliamo? Difficile da dire, noi avevamo alte aspettative quando abbiamo iniziato la lettura, che poi si sono arenate come i resti di una nave naufragata su un’isola disabitata, quindi siamo rimasti con l’amaro in bocca; magari iniziate a leggerlo con aspettative meno elevate delle nostre.
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Viola Ardone, Grande Meraviglia, Einaudi, Torino, 2023