“Bisogna chiedersi a cosa si è disposti a rinunciare, quali percorsi si è disposti a transennare.”
Tabita è una ragazza novarese di diciassette anni, che durante l’ultima estate prima della maturità decide, spinta (come tutte le adolescenti) dal bisogno di trovare la sua strada nel mondo, di allontanarsi definitivamente dal vecchio gruppo di amicizie e dal fidanzato. Un passaggio non indolore verso la maturità, alla scoperta di se stessa e del mondo che la circonda.
Nelle solitudini di una lunga estate e del successivo rientro a scuola, scopre il gusto acre della vita, e dei rapporti interpersonali dell’età adulta, diversissimi da quelli adolescenziali. Il medesimo turbamento interiore si ripercuoterà nei rapporti familiari: stretta a metà tra la ragazzina che era e la donna che vorrebbe diventare.
Condividiamo parzialmente la scelta di voler scrivere un soggetto al femminile, ma riteniamo che sarebbe stato di maggiore impatto scrivere in prima persona maschile poiché in alcuni tratti la “mano da uomo” nel testo si percepisce. Il testo è opulento di riferimenti all’Italia di oggi, come quello ai programmi televisivi, che hanno il difetto di non dare ampio respiro temporale a un libro di questo genere rendendolo, di conseguenza, già vecchio dopo qualche anno, mentre avrebbe potuto avere un respiro di contemporaneità maggiore abbracciando più generazioni di adolescenti nel corso degli anni.
A questo riguardo, in caso di una seconda edizione aggiornata, suggeriamo di “asciugare” il testo e tagliare tali riferimenti.
Il romanzo è una discreto punto di partenza per il giovane scrittore e una buona base su cui sviluppare i suoi lavori futuri. Ci sono vari spunti interessanti e molte buone intenzioni, ma a nostro parere non correttamente indirizzate. Pur avendo una idea di base solida su cui è stata costruita la narrazione, il testo è rimasto acerbo. Ci sarebbe piaciuto intravedere una maggiore dinamicità, in linea con l’età della protagonista, invece, per intere pagine, abbiamo avuto la claustrofobica sensazione di essere rimasti chiusi dentro una stanza senza possibilità di uscita.
Un suggerimento/incitamento al giovane scrittore: lasciare maggiormente maturare i prossimi libri che scriverà e darli alle stampe una volta pronti per essere gustati.
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Roberto Gessi, La ragazza gazzella, La torre dei venti, Milano, 2020