“La vita… è ricordarsi di un risveglio triste in un treno all’alba.”
Il libro è una piccola monografia, derivante da una tesi di laurea. Lo stile è quindi quello di un lavoro scientifico, in cui la narrazione è spesso intervallata da citazioni, incisi di altri autori e, per l’appunto, accurate riproposizioni di versi poetici di Sandro Penna.
Una critica letteraria fuori dai consueti paletti, in cui l’autore ci propone la sua cartina di tornasole per capire il Penna autore ed il Penna uomo del suo tempo.
Nato a inizio novecento, la vita del poeta si è intrecciata con quella di una giovane Italia, un paese giovane con una unità politico-sociale ancora sulla carta e un fermento intellettuale irripetibile.
A tal proposito abbiamo molto apprezzato la riproposizione del debutto di Penna nei salotti culturali dell’epoca. Una entrata in punta di piedi, quasi a non voler esser di disturbo, con lo pseudonimo di Bino Antonione, sotto il fraterno abbraccio di Umberto Saba. Un talento grande, frenato solo dall’eccessiva modestia, tratto tipico degli artisti realmente grandi.
Ci siamo trovati particolarmente d’accordo con l’autore nel trovare limitante, e alquanto sterile, il tentativo di classificare il Penna come un poeta omosessuale. La caratterizzazione sessuale del poeta ha ben poco a che fare con la profondità e la bellezza delle sue opere. Alcune sensazioni raccolte, elaborate e poi fatte sbocciare in versi le ha provate in quanto uomo tra gli uomini, a prescindere dalle sue preferenze sessuali. Una stigmatizzazione da cui rifuggire.
La lettura richiede un certo grado di concentrazione, soprattutto quando la prosa lascia spazio alla poesia. Il maggior merito di questo libro, a nostro parere, è quello di aver risvegliato l’interesse per un poeta lasciato nel dimenticatoio, e il desiderio di continuare a investigare nel suo animo con la lettura di altre poesie.
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Carlo Picca, Sandro Penna, il poeta del risveglio, FaLvision, Bari, 2017
