Scritto da Elisa Lorenzini.
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Due sponde della Storia, divise dal mostro delle guerre mondiali. Due facce dell’Austria imperiale e post-imperiale. Due ritratti di Vienna, fulgida capitale della cultura fin de siécle e poi primo avamposto nazista. Due donne, forti per lignaggio e per natura, legate tra loro da un vincolo di parentela, che va oltre il sangue, e fonde le loro anime ribelli in un comune anelito al coraggio e all’affermazione di sé.
Prendendo spunto da un episodio della sua infanzia, la giornalista italo-americana Laurie Lico Albanese si accomoda davanti al paesaggio dell’Austria a cavallo tra i due conflitti mondiali e dipinge con maestria la storia intrecciata di Adele Bloch-Bauer, esponente della ricca borghesia viennese di inizio secolo e appassionata mecenate degli artisti più brillanti del suo tempo – Gustav Klimt in testa – e di sua nipote, Maria Altmann, innamorata dell’amore e della famiglia, che eredita la sua tempra e diventa, negli anni, artefice di un riscatto: di sua zia Adele, del suo impegno intellettuale a favore della patria e dell’anima di una nazione offesa dal nazismo e dalla guerra.
Brillante, calda, evocativa, la voce dell’autrice intesse con abilità vicende personali e sfondo storico, raccorda fantasia e cronaca portando il lettore nei focosi Salon dove si discuteva il futuro, nelle ville della ricca classe dirigente fedele ai miti dell’ancien régime, nell’atelier di Klimt, al cospetto della sua arte visionaria e soffusa d’oro. E ci lascia con un occhio più aperto su una fetta di Storia densa di idee e di passioni: un ponte che lega il vecchio mondo dei blasoni e delle corti alla società di oggi, che la livella del progresso ha reso più snella ma anche più cinica.
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Laurie Lico Albanese, La bellezza rubata, Einaudi, Torino, 2018
Edizione originale: Stolen Beauty, Atria books, 2017