“So benissimo che più siamo deboli, più facciamo del male.”
Aprite questo libro dalla copertina aggressiva, con uno sguardo in bianco e nero, che ti fissa e un po’ intravedi l’insolenza di un giudizio poco garbato e non richiesto, contro di te, lettore.
Ecco, poi inizi a leggere e capisci che tutto ciò che può esserci di sbagliato è forse il giudizio umano. Qualcuno direbbe “ e se questo vuol dire rubare lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in tasca il punto di vista di Dio…” e ne siamo certi, questo libro, la storia di Emilia, ci insegna proprio questo: nessun giudizio, nessun pregiudizio.
Emilia, giovane donna, deve riprendere in mano quel poco di speranza che riesce a raccogliere fuori dalle porte del carcere e ricominciare una vita.
Sì, lettore, certo, chiediti pure che colpa abbia commesso Emilia: sarà una tenace curiosità che ti terrà attaccato al libro fino alle ultime pagine (spoiler dovuto, pardon).
La scrittrice ci conduce alla scoperta di questo personaggio attraverso le parole e i pensieri di un altro personaggio, Bruno.
In tutto il libro ci sono almeno due livelli di lettura: tra la narrazione semplice e un senso metaforico che, ne siamo certi, ti divertirai a ritrovare ovunque.
Emilia che si reintegra nella società ma questa consta solo di due abitanti in un piccolo borghetto di montagna; Emilia che vuole presentare se stessa ma ci è narrrata costantemente dalle parole di altri; Emilia, la condannata, la colpevole, che deve restaurare un giudizio universale nella chiesa della valle. Che valore può avere tutto questo? senza cadere in pigri sentimentalismi, per accostarci a questo libro e a Emilia, dobbiamo davvero chiederci: siamo davvero disposti a credere nella giustizia e nel suo corso a cui tutti siamo pronti ad appellarci? Ovvero, siamo disposti a conoscere Emilia, che si presenta a noi, dopo aver scontato una colpa di quasi 15 anni? O non ci basta nemmeno questo?
Un testo che si presta ad essere fonte di discussione, ed infatti noi lo abbiamo letto con il nostro gruppo di lettura GLOB, e ognuno ha trovato una diversa chiave di lettura dei diversi personaggi e dell’approccio avuto dall’autrice.
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Silvia Avallone, Cuore nero, Rizzoli, Milano, 2024