“Forse, pensavo, non è il primo amore che conta, ma l’ultimo, quello che accompagna l’uomo alla morte, che lo aiuta a morire.”
Libro più completo di Piero Chiara, scritto sulla solita, e solida, struttura narrativa dello scrittore, con una forte componente autobiografica. I luoghi su cui si ambienta il racconto sono quelli della provincia, tra Trieste, Udine e le terre oltre confine in Slovenia che fino alla seconda guerra mondiale appartenevano all’Italia. Anche il tempo narrato, durante il ventennio della dittatura, è familiare.
Aidussina e Pontebba e Cividale del Friuli sono i paesi in cui viene trasferito d’ufficio un impiegato di basso livello del ministero di giustizia. In ogni cittadina ci viene presentato un vastissimo campionario di personaggi, che a modo loro prova a sopravvivere alla vita e alla fascistizzazione sempre più imperante. Incontri e storie di persone che poi si andranno a intrecciare, rendendo il romanzo piacevole nella trama.
Tra i vari caratteri, ci soffermiamo solamente sull’Alto Commissario Speciale. Un caporione fascista di nome Mordace, con il compito di fascistizzare le istituzione e gli impiegati che in esse prestano servizio. Nella pomposità della carica i riflessi di una burocrazia oppressiva, e di un regime politico fatto di cartone, che ha tenuto l’Italia impegnata in un triste carnevalata per troppi anni.
Ci piacerebbe molto spiegarvi il perché del titolo, ma sarebbe come raccontare sia il finale del libro. Singapore non è solamente l’ignoto di una terra lontana, letta soltanto sui racconti per ragazzi, ma anche l’insieme delle ingenuità del protagonista (e forse di tutta l’Italia in cui il romanzo è ambientato.
Non ci stancheremmo mai di ripetere quanto, a nostro parere, Piero Chiara sia ingiustamente dimenticato dalla letteratura italiana contemporanea. Diciamo questo con diretto riferimento al mondo scolastico, dove invece la lettura dei testi di Chiara aiuterebbe gli studenti a migliorare nella capacità espositiva in forma scritta. Inoltre, leggere Chiara vuol dire confrontarsi con una Italia scomparsa, ma per certi aspetti ancora presente nel carattere degli italiani. Se ancora non avete letto nulla di lui, vi consigliamo di non iniziare con questo libro, ma con altri scritti in età giovanile, in modo da apprezzarne la crescita della penna.
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Piero Chiara, Vedrò Singapore?, Mondadori, Milano, 1981