“Non c’è italiano che riesca a sfuggire completamente al vischio dell’opportunismo, del così fan tutti.”
Libro figlio del tempo in cui è stato scritto (1995), e di una diversa, più alta, moralità e coscienza politica dell’intellighenzia italiana. A leggerlo oggi, si apprezza oltremodo l’analisi sul passato, e quella per alcune parti errata sul futuro, ma non per demerito dell’autore, quanto per demerito dell’Italia.
Il fascismo perenne dentro gli Italiani. Un lungo filo nero che da secoli attraversa la penisola, in alcuni momenti forse necessario a tenerla unita, nell’inconsapevolezza generale; una tendenza all’autoritarismo molto più forte di quella alla democrazia, che il fascismo come lo conosciamo noi, ha casomai solo istituzionalizzato. Un lungo percorso della Storia fino ad arrivare ai giorni nostri, quando quelli che un tempo sarebbero stati definiti post-fascisti si nascondono dietro nuove definizioni per provare a confondersi con la moltitudine della classe politica.
Il principe del Machiavelli, le repressioni contro le rivolte contadine, il potere temporale della Chiesa, i cannoni di Bava Beccaris a Milano, sono tutti puntini che vanno a formare il filo nero prima del 1922.
Abbiamo apprezzato, la non scontata divisione tra regimi autoritari e regimi totalitari, perché sono due concetti totalmente diversi, anche se spesso si tende a dimenticarlo. Non è un caso che i maggiori anticorpi al fascismo storico, fossero maggiormente endogeni che esogeni. Una triste carnevalata a cui tutti volevano partecipare, almeno fino a quando si è entrati in guerra contro la Francia, e per la cui partecipazione erano disposti ad accettare molti (troppi) compromessi. Dopotutto, a nostro parere, sarebbe più corretto pensare che Mussolini abbia portato a Vittorio Emanuele III l’Italia di Caporetto e non quella di Vittorio Veneto, ma questa è un’altra storia.
Non è un testo semplice, ma la cui lettura è necessaria per rafforzare la propria coscienza politica e civile. Una lettura consapevole, da fare per poter difendere le proprie idee, per rispettare quelle altrui, per provare a capire quelle che non condividiamo. Il filo nero sarà sempre presente, starà a noi tenere in mano il bandolo per evitare che la matassa diventi difficile da districare.
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Giorgio Bocca, Il filo nero, Mondadori, Milano, 1995