“A volte il semplice fatto di stare con una persona, ti aiuta a crescere.”
Nonostante a noi piaccia molto lo stile dell’autrice, con i suoi tempi dilatati, fuori e dentro i pensieri del protagonista di turno, capace di raccontare indirettamente l’essenza della cultura e dello stile di vita giapponese, questa volta abbiamo trovato la parte iniziale del racconto troppo lunga. Una penitenza non meritata dal lettore, come una lunga pista d’aeroporto, che l’aereo è costretto percorrere fino all’ultimo centimetro di asfalto prima di poter prendere il volo, e il ricordo negativo rimane anche se poi il volo sarà confortevole e la destinazione finale in linea con le nostre aspettative.
Il testo ci racconta di un’amicizia al femminile tra Mari, che lascia la grande città per andare a ritrovare se stessa in un piccolo paese di sul mare, e Hajime, figlia di un’amica di famiglia, segnata da una disavventura in giovanissima età che l’ha segnata nel fisico e nell’animo. Le due protagoniste rappresentano due mondi antagonisti: alla nostalgia sterile di Mari per un tempo che non c’è più e per molti versi idealizzato, si contrappone Hajime e la sua capacità di godersi il presente, perché il suo passato è una landa desolata di orrore. Terzo protagonista del racconto è il mare (tema caro alla scrittrice), che sarà un collante inatteso nel rapporto tra le due ragazze, in tutte le sue profondità e in tutti i suoi coperchi scoperchiati.
Il libro è un manifesto chiaro dello stile di Banana Yoshimoto, fondato sui soliti quattro pilastri che in ordine diverso troviamo in quasi tutte le sue opere: il mare, la morte, la famiglia, l’amicizia. Lo notiamo non con una nota di demerito, tutt’altro, ne apprezziamo la capacità di affrontare questi temi con punti di vista sempre differenti. Per questo ci sentiamo di consigliare il libro principalmente a chi è un’amante della scrittrice, mentre a chi non ha ancora letto nulla di lei, suggeriamo di iniziare da un altro suo libro, per iniziare a conoscerla.
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Banana Yoshimoto, Il coperchio del mare, Feltrinelli, Milano, 2007
Edizione originale: Umi no futa (海のふた), 2004