Piove a Mosca

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“Quindi fui costretto a rubare le galline […], che prima di tutto era una vergogna, in secondo luogo un serio pericolo, ma soprattutto una necessità.”

Ci sono molti modi di provare a raccontare una storia di famiglia: in prima persona guardando al passato; come soggetto secondario che vede la storia passare davanti ai propri occhi e crescere con essa; come voce onnisciente capace di entrare dentro le emozioni e i sentimenti dei vari personaggi e via dicendo.

Quello usato da Zsuzsa Selyem in questo volumetto di centoventi pagine è forse uno dei più interessanti. Impegnata a raccogliere le memorie di un quasi centenario István Beczásy, i punti di vista che raccontano fatti ed eventi della sua vita sono molteplici, e non sempre antropomorfi. Con sorpresa ci ritroviamo dentro il pensiero di cani, piante o insetti che raccontano il modo in cui sono entrati in contatto con Beczásy, che per loro magari non aveva nulla di differente dagli altri umani, ma ci offrono la possibilità di guardare il nostro protagonista dal di fuori, specialmente quando in periodi di difficoltà si era ritrovato scarico di parole da voler condividere o da voler esternare.

La vita di Beczásy attraversa il secolo breve dell’Ungheria e con esso quello di molti Paesi dell’Europa dell’est, che subito dopo le difficoltà del secondo conflitto mondiale, si sono ritrovate inondate di speranza per il futuro, per poi rischiare di morire assetati di giustizia dall’acqua salata del comunismo e dell’ingerenza sovietica nella loro vita quotidiana.

Per quanto il tratto fantastico del racconto sia molto esteso, che sia un animale o un uomo o un’altra figura a raccontare i fatti, a rimanere impressi sono le perfette descrizioni degli animi umani, il tutto ancorato saldamente alla realtà della Storia, la quale ha una forte componente divulgativa che coinvolge chi come noi non conosce bene alcuni passaggi della storiografia europea.

Non conoscevamo l’autrice, e ad essere sinceri in maniera approssimativa la casa editrice che ha portato in Italia questo piccolo testo, che ci è piaciuto moltissimo. Un libro che andrebbe fatto conoscere alla larga platea dei lettori meno forti, perché permette di trasportare nel tempo e nello spazio, come pochi altri libri sono in grado di fare.

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Zsuzsa Selyem, Piove a Mosca,  Del Vecchio Editore, Roma, 2025

Edizione originale: Moszkvában esik: egy kitelepítés története, Jelenkor Kiadó, Budapest, 2016

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