Le favole del comunismo

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E se nessuno mi racconta una favola stanotte, so che un giorno, quando avrò tutte le parole che mi servono, me le racconterò da sola.”

Finalista della XXVI edizione del Premio Letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima, il titolo non mente: nel libro ci sono delle favole e si parla di comunismo. Siamo in Albania, tra gli anni ‘80 e ‘90, sotto il regime comunista di Hoxa. Detto così, si può facilmente pensare che sia un libro storico, che filosofeggia su un regime, sulla politica del secolo scorso…ma, lettori, ricordate il titolo.

Nel libro ogni storia è intervallata da una favola, ambientata in un passato lontano o vicino e nel Paese delle Aquile- il paese più felice del mondo-, un luogo sempre poco definito, ma la nota più brillante qui è l’ironia. Leggiamo le favole e ci sentiamo quei lettori bambini che siamo stati, accompagnati dal ritmo dolce e quasi cantilenante delle favole, con un bel finale con tanto di cornice “la morale della favola è” e lì, proprio lì trovate l’ironia!

La voce narrante è limpida, pulita e sincera: siamo di fronte ad una bambina di nove anni e tutta la storia del suo paese è filtrata attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri. Ammesso questo, evitiamo di pretendere punti di vista critici o arguti su questa storia. Entriamo nel mondo di Ari.

Si crea un dolce e amaro contrasto tra il mondo circoscritto e quotidiano dei bambini e quello ampio e duro della storia con la S maiuscola. Quindi troverete accostamenti stridenti, ma quanto mai emblematici, tra una rivoluzione in atto e la nostra protagonista che pensa che tutto questo le è costato un giorno di scuola perso!

In redazione lo abbiamo letto e ne abbiamo discusso nei nostri gruppi di lettura, e qualcuno ha detto bene: è un libro che ragiona su ciò che è presente e ciò che è assente.

La mamma della nostra bambina non c’è; una mamma lontana e una bambina affidata ai nonni; una mamma lontana e bambina che fa di tutto per cercarla e trovarla.

Al lettore, sul finale è chiesto, almeno così è parso a noi, uno strano gioco di immaginazione: la mamma viene raggiunta, ma la voce narrante si è rifiutata di raccontarcelo! La bambina è cresciuta e la troviamo catapultata in un è presente che quasi coincide col nostro.

Non abbiamo particolarmente apprezzato questo stacco, tanto desiderata era la ricongiunzione familiare! Eppure possiamo chiaramente dire che sono più gli aspetti del libro e della narrazione che abbiamo amato rispetto a quelli non apprezzati.

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Anita Likmeta, Le favole del comunismo, Marsilio, Venezia, 2024

 

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