“Guardava l’orologio, cercando di farsi fretta, di trovare la forza necessaria per alzarsi. Inutile.”
Giorgio Bassani torna a scavare nel pozzo dei ricordi, in un proseguimento ideale delle sue opere passate, con i temi e luoghi a lui più cari: Ferrara e i suoi dintorni, le leggi razziali, il carattere degli italiani, la sua posizione sociale elevata in un mondo in cambiamento con il potenziale pericolo dei comunisti pronti a chiedere una equa redistribuzione delle ricchezze.
Un testo su cui molto è stato detto e scritto, ma riteniamo necessario rinfrescare alcuni punti chiave, per sottolinearne la modernità e l’intensità della scrittura, con dei picchi di eleganza stilistica, che molto difficilmente potranno mai essere raggiuti nuovamente.
Il protagonista è l’avvocato e proprietario terriero Edgardo Limentani (con caratteri simili all’autore appunto), che in una mattina d’inverno del 1947 decide dopo molto anni di intraprendere una battuta di caccia presso la zona sul Po di Volano.
Già dal risveglio notturno per prepararsi alla partenza, Edgardo esplicita il suo forte stato di inquietudine verso il mondo che lo circonda, immerso in uno stato di insoddisfazione per la vita familiare, i problemi, che mira a procrastinare, con i contadini, così come la mancanza di fiducia verso i suoi contabili. Un dolore definitivo da cui non riesce ad uscire, o forse proprio non vuole abbandonare, per cui la vita diventa una malattia.
Le soste e le persone che incontrerà Edgardo prima di arrivare al luogo di incontro concordato dove lo attende un contadino tuttofare del posto, e forse la stessa battuta di caccia dove vedrà l’airone “buono solamente per essere impagliato”, non faranno che acuire il suo malessere, per esplorare fino in fondo un angolo buio dell’anima che molti intravedono ma in pochi ci cadono dentro.
La perfezione è impossibile da raggiungere, ma questo testo di Bassani ci si avvicina molto. Una capacità di raccontare e accompagnare il lettore come pochi altri simili. Vincitore del premio Campiello nel 1969, la grandezza del libro non è nei riconoscimenti ricevuti, ma nella capacità di rimanere nel tempo.
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Giorgio Bassani, L’airone, Feltrinelli, Milano, 2024 (prima edizione, Mondadori, 1968)