“Siamo già stati in mezzo mondo: e allora perché ci sembra di non aver mai viaggiato prima?”
Paolo Rumiz si conferma essere, anche in questo libro, la penna del viaggiatore errante che tutti vorremmo essere. Una prosa fluida che a tratti sconfina nella poesia, per lo specchio d’acqua di parole in cui invita il lettore a immergersi.
Il testo è un reportage di sei racconti che riportano diversi viaggi intrapresi dall’autore nell’est Europa a cavallo degli anni Novanta e primi anni Duemila. Storie slegate tra di loro nel tempo e nello spazio, ma che riescono a stare assieme in armonia nel libro, e anzi sembrano essere state scritte una per l’altra. La riscoperta di viaggiare lentamente, senza corsa, dove abbiamo visto il riverbero di un altro capolavoro del genere quale “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani.
Viaggiare senza prendere gli aeroplani e apprezzare il peso delle distanze, la volontà di attraversare la vita di uomini e territori, che si sente vicini in quanto ancora Europa, ma lontani in quanto per troppo tempi costretti a vivere dall’altra parte di un confine politico immaginario.
Similmente ad altri lavori dello stesso autore, la lettura è un piacere che va centellinato per non arrivare subito al finale. Abbiamo scritto una sola citazione, ma ne avremmo potuto riportarne molte altre ugualmente intense e significative, grazie alla capacità dello scrittore di riassumere in brevi periodi concetti antichi come l’uomo.
Chi scrive questa recensione ha avuto la fortuna di aver viaggiato in Europa orientale nello stesso periodo in cui lo ha fatto l’autore, e ci siamo ritrovati nelle sue descrizioni, e forse ancora di più, nelle sfumature delle parole usate. Monete diverse con il passare dei chilometri, lingue incomprensibili che cambiano non appena si inizia ad aver memorizzato un paio di frasi utili, natura incontaminata.
Un libro attualissimo quando è uscito nella prima edizione, e che a distanza di due decenni ci fa guardare con tenerezza a chi eravamo, alle aspettative disattese di quella che doveva essere l’Europa.
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Paolo Rumiz, È Oriente, Feltrinelli, Milano, 2003