“I nostri studenti che ‘vanno male’ non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla.”
Una lucida e onesta analisi del mondo della scuola.
Una lettura scorrevole, che non annoia nessuno: potete scommetterci, lettori, fidatevi. Il libro è diviso in piccoli capitoletti, così come il titolo ci suggerisce, come piccole scene di varie situazioni, persone, emozioni che si incontrano a scuola. Un’istituzione tanto antica quanto bistrattata negli ultimi anni, e questo è particolarmente vero nel mondo occidentale, dove la scuola tende a diventare un terreno di scontro senza vincitori tra alunni, docenti e genitori. Infatti il testo di Pennac calza perfettamente nel sistema scolastico francese, in quello italiano, in quello spagnolo, perché tralasciando i diversi ordinamenti, a non cambiare sono le dinamiche tra le tre categorie su elencate.
La voce dell’autore riesce a rimanere divertente e frizzante. Da notare e segnare le prime due pagine: non potrete non finire il primo capitolo con una risata. La freschezza del testo è paragonabile a quella che si aveva in classe quando dopo la ricreazione si aprivano le finestre per far cambiare l’aria, e si rimaneva attenti a sentire il soffio di vita dare nuove energie e tirare vie i brutti voti della prima parte della mattina.
L’attenzione dello scrittore non è generica, non è una presa visione dall’alto delle dinamiche interne alla scuola, eppure vi assicuriamo che tutti voi ritroverete voi stessi sia in qualità di studenti sia nelle vesti di docenti.
Pennac inizia da se stesso: studente terribile in tutte le sue fasi scolastiche, ha una storia fittissima di insuccessi su tutte le materie; Pennac non capiva nulla! A chi non è mai successo?
Eppure c’è qualcosa a cui spesso dimentichiamo di dare importanza: il valore delle sconfitte, anche quelle incessanti e ripetute. Non è vero che si deve vincere sempre e arrivare primi come non è neanche vero che se perdi mille volte non riuscirai ad avere succeso. E qui vediamo lo sguardo meravigliato di un Pennac ormai diventato insegnante che incontra dopo svariati anni i suoi studenti i quali, anche quella bambina in terza media che dice “Mamma mia, se ero scarsa”, sono diventati. Tutti diventiamo. Anche quelli del “Non ci arriverò mai, prof”.
Questo deve essere un messaggio universale: dagli studenti ai professori.
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Daniel Pennac, Diario di scuola, Feltrinelli, Milano, 2008
Edizione originale: Chagrin d’école, Gallimard, Paris, 2007