“La vita, dopo che uno muore, si chiama memoria.”
Libro a tratti autobiografico (almeno è questa la nostra sensazione) in cui più che la storia si apprezza la penna dell’autore. La scrittura è un piacere al palato, quasi un peccato di gola, che invoglia a leggere ancora e ancora, ma dopotutto, conoscendo il registro stilistico dello scrittore, ci saremmo meravigliati del contrario. Consiglio per gli insegnanti, per quanto ben scritto, alcuni stralci del testo potrebbero essere letti a scuola per farne l’analisi.
Antonio Lantieri è un giornalista, intellettuale di sinistra, che dirige il giornale che lui stesso ha fondato. Afflitto da un duplice malessere nel corpo e nella mente, cerca rifugio nella casa in campagna della famiglia. Qui oltre a ritrovare gli affetti sicuri dei suoi genitori, della moglie e della figlia, ritrova parte di se stesso, e riesce a dare una fisionomia ben definita al male che lo avvolge.
L’ambientazione è italiana e contemporanea, forse sarebbe meglio dire degli anni Novanta di fine millennio, dove la politica è avvelenata da nuove forme di volgarità, che sarebbero esplose poi nel corso dei decenni, con il solo intento di screditare l’avversario non sul merito delle rivendicazione politiche, ma sulla calunnia e una semplificazione dei problemi.
Il malessere fisico di Antonio è riportato come l’incapacità a digerire qualsivoglia cibo, quasi come una mucca, se non fosse che l’uomo non è fatto per ruminare. Il male dell’anima invece è quello che lo porta a chiedersi quale è il senso della sua vita, del suo lavoro da giornalista e quale è il suo contributo al mondo. La ricerca di verità? ma cosa è veramente la verità, quale sfumatura della realtà può definirsi verità, e quale finzione?
Ci è piaciuta moltissimo la parentesi del racconto dedicata alla storia dello zio Siro. Un personaggio secondario con una forza d’animo che a nostro parere potrebbe aprire le porte a un racconto a sé stante, come la vicenda di una storia di famiglia, una saga dagli orizzonti eterni. Sebbene il libro si chiuda con il ritrovamento in Argentina del cadavere dello zio Siro, ci piacerebbe leggere ancora di lui, di quello che lui ha fatto e pensato durante la sua vita.
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Michele Serra, Il ragazzo mucca, Feltrinelli, Milano, 1997