“I faristi sono uomini duri, inchiodati a uno scoglio. Monarchi assoluti del loro territorio, e allo stesso tempo, reclusi al confino.”
Un libro affascinate, capace di raccontare l’esperienza di un viaggio immobile, in cui a contare di più non è la distanza chilometrica percorsa, i monumenti visitati o le lingue ascoltate, quanto la possibilità di vedere la vita con altri occhi, lontani dal caos e dalla modernità a cui si è abituati.
L’autore racconta della sua esperienza durante la permanenza in un’isola semidisabitata del Mediterraneo, mettendo assieme gli appunti presi durante il soggiorno, e riflessioni successive; quello che si potrebbe definire un atipico diario di viaggio.
In questo periodi da quasi eremita, dove a fargli compagnia sono gli addetti al faro dell’isola e la natura, lo scrittore trova dentro di sé la compagnia del suo passato, di quello che è stato e quello che ha studiato per perdersi in riflessioni più profonde e ragionamenti sconfinati, come la volta celeste che ha fortuna di contemplare nelle sere di cielo limpido.
Il nome dell’isola è custodito dall’autore come un bene prezioso, per evitare che possa diventare luogo di turismo di massa, e quindi rovinarne la pace. Anche gli indizi che semina nel racconto, per aiutare il lettore più attento ad individuarla sulle mappe, sono contraddittori, dicendo ad esempio che si tratta di uno scoglio, che però è impossibile da mancare; oppure che è un’isola microscopica, ma sempre presente sulle mappe perché è un punto fondamentale per i navigatori.
Non fatevi ingannare dal numero esiguo di pagine, il libro è particolarmente carico di concetti e richiami ad altri testi che richiedono un alto grado di concentrazione durante la lettura. Così come il passaggio dal tempo presente a quello passato, e poi ancora da un racconto mitologico ad uno realmente accaduto, e tante altre volute contraddizioni. Il rischio di perdersi tra le righe è elevato, per non dire certo, ma se dovesse accadere usate rileggere le pagine precedenti come un faro per tracciare la navigazione e arrivare ad un porto sicuro.
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Paolo Rumiz, Il ciclope, Feltrinelli, Milano, 2015