“I passeggeri si riconoscono dall’eccitazione che li invade.”
Non è narrativa, non è poesia, a tratti è vera e proprio racconto di viaggio ma in versi che si alternano a righe e a immagini pronte a mostrare al lettore quanto spiegato dalle parole, come se fosse possibile afferrarle…
Si tratta di un viaggio in mare, da Brindisi fino in Grecia, e – diciamolo meglio- fino all’antica Grecia, quindi non solo un viaggio fisico ma anche temporale: passiamo dalla Grecia del 2023 a quella del V secolo a.C. in pochi passi.
È il racconto di un viaggio e di esso ne ha tutte le caratteristiche: c’è un porto di partenza e uno di approdo, c’è un percorso prestabilito, qualcuno da cercare e dei compagni di avventura, solo che tra essi troviamo anche Ovidio…sì proprio quell’Ovidio;
Tutto lo spirito del libro, cangiante nella forma e nel tono, è sognante e a tratti ha proprio le stesse caratteristiche di un sogno: scene che si sovrappongono, che ci spingono al di là della pura realtà caratterizzata al suo solito dai meccanismi sempre uguali che ci sono già noti. Qui c’è di più: il plenilunio non è solo quel processo secondo il quale la luna viene totalmente oscurata per poi rigenerarsi, ma con Tuena c’è altra spiegazione: è il Dio Pan che possiede totalmente Artemide-Selene.
Ritorniamo a concentrarci su Pan e quindi sul titolo: tutta la compagnia va in cerca del satiro, ma la vera particolarità sta nel fatto che tutti sanno che Pan sia morto. Quindi che senso ha cercare qualcuno che non c’è più? Tra queste pagine possiamo capire chi è Pan e che funzioni può svolgere nelle nostre vite.
Ciò che più colpisce, al di là del nucleo narrativo in sé, è l’incontro con il libro… il lettore tipo di quest’ultimo deve essere pronto ad accoglierne la particolarità, con leggerezza e con spirito sognante. Certo, aver fatto egli studi classici aiuta a comprendere e apprezzare alcuni passaggi del testo, rispetto a chi ne è completamente digiuno, ma non lasciatevi scoraggiare.
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Filippo Tuena, In cerca di Pan, Nottetempo, Milano, 2023