“La mia è sempre stata una famiglia di combattenti.”
Un libro necessario alla memoria collettiva. Un istmo di terra, sommerso dall’oceano di ingratitudine, tornato visibile dopo troppi anni, che collega il ricordo di chi ha sacrificato la propria giovinezza, e persino la propria vita, a chi gode dei frutti di quel sacrificio.
Il ruolo delle donne durante la guerra civile del 1943-1945 in Italia è stato dimenticato presto, a volte neanche riconosciuto, sebbene onorarlo vuol dire rispettare noi stessi, le nostre madri, le nostre nonne e bisnonne. Coloro che con le loro azioni ci hanno dato due volte la vita. Difatti non pensiamo che sia un caso che la stessa autrice abbiamo dedicato due capitoli a questo tema: Zitte e buone e Retorica.
Nella maggioranza dei casi, le donne erano staffette, impiegate nella consegna di messaggi e di ascoltatrici, ruolo non meno importanti di chi usava le armi da fuoco, in quanto complementari.
Un supporto quindi di primo piano all’azione partigiana, di cui il costo da pagare una volta arrestate sarebbero state le torture, le violenze, gli stupri, oppure viaggi senza speranza verso il campo di di Ravensbrück. Se non erano soldatesse loro, che volontariamente erano scese in campo, rivendicando un ruolo chiave delle donne nel conflitto, allora chi?
L’insieme delle storie di queste donne sono state raccolte sapientemente dall’autrice, con un accurato lavoro storico. Tono semplice e diretto, lasciando poco ai sentimenti, e concentrato sulla cronaca dei fatti. Racconto intervallato da un’ottima scelta di fotografie dell’epoca, selezionate insieme alla storica Barbara Berruti.
Donne che vedevano nei soldati disertori e nei partigiani non solamente quegli uomini che le avrebbero lasciate vedove, ma i figli che alcune di loro non avrebbero mai avuto, bisognosi di essere nascosti e sfamati e rasserenati, per fare la loro parte nella storia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Un libro che ci sentiamo di consigliare ai giovani di oggi, per capire cosa hanno dovuto affrontare i giovani di ieri, e per mantenerne vive la memoria, elemento primo di una nazione.
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Benedetta Tobagi, La Resistenza delle donne, Einaudi, Torino, 2022