“Ma la mamma è ancora giovane, ancora viva nonostante tutto.”
Non si tratta di un libro semplice, quindi non avvicinatevi pensando di poterlo leggere nei ritagli di tempo. Un testo che necessita prima di tutto una solida conoscenza di base della storia recente italiana. In mancanza di essa non si può essere in grado di mettere assieme i costanti riferimenti a personaggi e luoghi necessari alla struttura del racconto, e poi ancora perché la scrittura della Loy richiede sempre un certo grado di concentrazione, per poter poi trovare le porte aperte ad un livello di conoscenza successivo.
Il periodo storico di riferimento è un classico dell’autrice, incontrato in quasi tutte le sue opere, quello del secondo conflitto mondiale; con esattezza il 1941 quando ancora la guerra era una parola astratta nella media borghesia italiana, e il vaticinio della vittoria era una certezza più che una speranza in buona parte della popolazione. Da qui partono le vicende di una famiglia benestante romana, trasportata dalla felicità dei giorni di pace relativa all’asprezza dei giorni modellati dal vento di guerra, salito dall’Africa alla Sicilia per poi arrivare fino alle Alpi.
Grazie agli spunti tratti dalla memoria del tenente di complemento Giovanni Schisano nel suo diario, come dichiara l’autrice nell’ultima pagina del libro, vengono descritti in modo perfetto i momenti esatti in cui il fascino orientale evocato dai nomi delle località del nord Africa si spegne.
Si continua ancora fino all’otto settembre, con lo smarrimento sparso a macchia d’olio, quando i vecchi amici diventato i nuovi nemici, e i vecchi nemici i nuovi amici, scritto tra le righe di quel famoso proclama su cui gli storici ancora si interrogano.
Dopo la guerra arriva la pace, e una nuova fase per i vari personaggi e gli anni delle promesse di un domani migliore, che non saranno mantenute, almeno non per tutti.
Il testo mescola in maniera equilibrata gli eventi della grande Storia con quelle della piccola storia, quella della quotidianità delle persone normali, che pur non potendo decidere nulla, ma che anzi subivano le vicende della grande storia, con i loro comportamento, ne modificano inconsciamente l’esito. Anche per questo ci è piaciuto, per ricordi come indipendente dalla nostra volontà, ogni azione che compiamo oggi, ha un ripercussione nel ampia, che non possiamo prevedere, ma che i nostri figli vivranno.
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Rosetta Loy, Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria, Einaudi, Torino, 2004