“Viviamo non sapendo mai quando sarà l’ultima volta di qualcosa…”
Leggere fa bene. Avere la possibilità di incontrare e chiacchierare con alcuni autori fa molto bene. Noi siamo stati fortunati di aver avuto la possibilità di leggere e dialogare con Gemma Calabresi Milite. Entrare in contatto con la mano e il cuore che hanno scritto le parole leggere su cui poggia il racconto di memorie è stato un regalo inatteso.
Il libro ha come tema principale quello del perdono. L’importanza della fede cattolica per riconoscere che dietro ogni uomo c’è sempre un figlio, un marito, un fratello a cui qualcuno vuole bene.
Un percorso lungo quasi mezzo secolo di una giovane donna rimasta vedova con tre bambini da crescere; anzi due figli piccoli e un terzo in arrivo che non conoscerà mai il padre. Un racconto di umanità onnicomprensiva che va oltre la vicenda narrata dai giornali e dalle polemiche seguite l’omicidio del commissario Calabresi nel maggio del 1972.
A fare da sfondo ai ricordi dell’autrice sono le lotte sociali, politiche e terroristiche che negli anni ’60 e ’70 infiammavano la vita dell’Italia. Le accuse seguite alla morte di Giuseppe Pinelli, il senso di accerchiamento specificato nell’evitare di frequentare luoghi pubblici se possibile (emblematico quello di dover andare al cinema a film iniziato e dover andare via prima della fine per evitare di essere riconosciuti) e di non poter usare il cognome Calabresi.
Chi ha seguito la vicenda in prima persona, oppure sui libri di storia oppure nelle emeroteche non può non apprezzare alcuni racconti rimasti sconosciuti fino ad oggi; su tutti ci sentiamo di raccontare l’incontro con la vedova Pinelli: due donne unite da un dolore presente, mai passato, sempre futuro, che hanno avuto la possibilità di conoscersi dopo oltre tre decenni, con la spinta propositiva dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Come anticipato all’inizio, il testo è contraddistinto dalla viva delicatezza della penna di Gemma Calabresi Milite. Stile e sintassi rispecchiano perfettamente la semplicità della testimonianza dell’autrice. Per quanto difficile, il perdono è l’unica soluzione.
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Gemma Calabresi Milite, La crepa e la luce, Mondadori, Milano, 2022