“Io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti.”
Scelto come libro per il secondo appuntamento del gruppo di lettura GLOB (Gruppo di Lettura Occasioni d’incontro – BooktoMi), lo consigliamo per lo stesso scopo anche agli altri lettori, perché capace di accendere fuochi di discussioni inattesi.
Iniziamo però dalla trama. James Sveck è un ragazzo dalla vita apparentemente normale della medio-alta borghesia statunitense. Prossimo a iscriversi all’università, sebbene tra molti dubbi, la sua esistenza è completamente presa da vicende familiari senza alcune punto di appiglio. Genitori divorziati, una madre che pensa più alla sua sanità mentale (dopo il fallimento del terzo matrimonio), un padre attento alla carriera da avvocato e all’apparenza e una sorella innamorata di un suo professore tanto da cambiare il mondo in cui si pronuncia il suo nome. Le vicende che accompagnano la sua maturazione e i rapporti familiari rappresentano il fulcro del testo.
Ci ha preso alla sorpresa all’interno di GLOB la netta dicotomia tra i diversi lettori che la discussione avesse una precisa linea di confine generazionale, preciso specchio dei tempi, e di come l’essere adolescente sia vissuto in maniera differente dai giovani di ieri con i giovani di oggi. Uno James di ieri può di fatto essere un giovane Holden di oggi, con la differenza sostanziale che il primo prova a chiudere il mondo fuori dalla porta e non gli interessi essere accettato, mentre il secondo tutt’altro.
La scrittura e i tempi dei dialoghi sono completamente anglosassoni, quindi un lettore appassionato da quella forma stilistica, certamente proverà un piacere maggiore nello scorrere delle pagine. Ci piacerebbe leggere il testo in lingua originale, certi che molti riferimenti siano stati per forza di cosa lasciati per strada, come un po’ nel testo di riferimento che abbiamo sopra citato (Il giovane Holden), che già dal titolo ha perso buona parte della magia che lo scrittore voleva regalare al lettore.
Un pregio del testo è sicuramente il suo essere fuori dal tempo, se non ci fossero stati alcuni precisi riferimenti storici, sarebbe potuto essere stato scritto in qualsiasi periodo dal secondo dopoguerra ad oggi. Un valore aggiunto, a nostro parere, inestimabile. Così come il quadro preciso che riesce a dare della società statunitense, colma di ipocrisie da far venire il voltastomaco, specialmente se visti sotto la lente d’ingrandimento di un giovane alla ricerca di un posto nel mondo.
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Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile, Adelphi, Milano, 2007
Edizione originale: Someday this pain will be useful to you, Frances Foster Books, New York, 2007