“Solo i pesci morti vanno con la corrente.”
Dolce, attento, spregiudicato, acuto. Un testo che si legge con piacere e che rende felici nella lettura. Così anche la protagonista (e come poteva non essere altrimenti?) Margherita Dolcevita ha un soprannome che la caratterizza sia emotivamente che fisicamente, solito sagace gioco di parole a cui l’autore ci ha abituato nei suoi libri.
Margherita è un’adolescente di quattordici anni, piena di vita, allegra e frizzante che colora il cuore della sua famiglia e dei vari personaggi che vivono la sua quotidianità: ognuno di loro un singolo colore che va a comporre l’arcobaleno di Margherita. Una famiglia semplice, con una bella casa fuori dal centro abitato, ma non ancora in aperta campagna, dove la vita scorre in armonia.
A disturbare quest’angolo bucolico di mondo, spunta un giorno un cubo di vetro nero, perimetrato da una siepe aliena. Con questo biglietto di visita si presentano i nuovi vicini di casa, i signori Del Bene, che sconvolgeranno la vita della famiglia di Margherita. Padre, madre e i due fratelli cadono vittime del fascino dei nuovi vicini, solo Margherita e suo nonno (che intanto a causa di un incidente è costretto in una clinica di lunga degenza) saranno gli unici a non cadere nella trappola. Margherita anzi andrà alla ricerca di quell’ultimo segreto legato alla famiglia Del Bene, che ha come protagonista il loro figlio (quasi) ripudiato.
Avevamo già letto altri libri dello stesso autore, e per chi lo conosce, anche questo non ci ha lasciati insoddisfatti. La scrittura è fresca e leggera, ma mai scontata. I giochi di parole e le sottigliezze sono seminati con cura, senza essere d’intralcio alla lettura, o disturbarne la stessa. Margherita con la sua carica di vita e gioventù e con sani valori morali alla sua giovane età, è la nostra eroina, un personaggio che pensiamo in futuro possa avere una seconda vita, in un continuo ideale della storia narrata.
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Stefano Benni, Margherita Dolcevita, Feltrinelli, Milano, 2005