“Quando sei triste hai bisogno di sentire il tuo dolore fatto musica.”
Libro di memorie, in cui la scrittrice racconta la sua esperienza di paziente presso una clinica psichiatrica statunitense verso la fine degli anni 60 dello scorso secolo.
Un salto nel vuoto attraversato dopo una diagnosi, forse errata, di disturbo della personalità, a seguito di un presunto tentativo di suicidarsi. La permanenza presso la struttura ospedaliera privata McLean si prolungherà per diciotto mesi, durante i quali la scrittrice vive in una realtà parallela, lontana dalla vita che aveva conosciuto fino a quel momento.
A venire via saranno prima gli affetti di cartapesta (come quelli con il suo fidanzato), e poi quelli più importati, fino ad arrivare alla triste consapevolezza di essere sola al mondo.
I compagni di sventura per la scrittrice saranno pazienti e operatori sanitari, impegnati a sopravvivere in un equilibrio precario simile a quello tra carcerieri e carcerati, con la sola differenze che le pazienti non hanno commesso alcun reato per essere recluse, se non quelle di essere se stesse.
Gli eventi raccontati sbattono il lettore da un lato all’altro delle pareti della clinica psichiatrica, e di un mondo parallelo di cui si ignorava l’esistenza, dove i pazienti diventavano timidi pretesti della società civile per non sentirsi in colpa delle proprie ipocrisie, e per autoalimentarla si andava spesso alla ricerca di persone affette da malattie psichiatriche.
Donne e uomini strappati alla normalità e rinchiusi dietro alte mura, lasciati spegnere piano piano; anche chi ne aveva la fortuna di poterne uscire non sarebbe mai potuto tornare alla normalità che conosceva.
Un libro diventato subito un successo mondiale appena uscito in libreria, che a distanza di anni è ancora capace di far riflettere, per quanto parli di un mondo ormai passato.
Lo consigliamo sinceramente a tutte le persone he passano un periodo difficile delle loro esistenze, ma anche a chi si crede invincibile, perché i supereroi sono altri, magari proprio chi ha il coraggio di sentirsi inadeguato e ammettere le proprie fragilità.
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Susanna Kaysen, La ragazza interrotta, Tea Due, Milano, 1996
Edizione originale: Girl interrupted, Random House, New York, 1993