Scritto da Ludovica Micalizzi
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Per millenni dire donna è equivalso a dire mostro. La femminilità è stata capace di generare nei secoli una paura indomabile, implacabile e spesso incomprensibile. Partendo da tali assunti Jude Ellison Sady Doyle scrive quella che potremmo definire un’opera controcorrente: Il mostruoso femminile. Il testo non può essere definito un romanzo ma ugualmente non rientra nella categoria dei saggi; esso è infatti un’opera di decostruzione sistemica delle categorie figlia-moglie-madre (corrispondenti alle sezioni del libro) alle quali la natura femminile è stata sempre ricondotta.
Affermare che il naturale progresso della donna sia quella di vivere e crescere all’interno di un sistema in cui le è chiesto solo di essere subordinata e ubbidiente significa non solo essere banalmente ma terribilmente sessisti ma anche cadere inevitabilmente nella trappola del patriarcato. Ed è quest’ultimo, infatti, a cui spesso Doyle fa riferimento come l’artefice della costruzione di un’immagine distorta della donna e della sua natura.
L’accusa al patriarcato si basa su riferimenti storico-letterari e cinematografici che permettono di prendere coscienza di cosa ci stia al fondo del nostro sistema culturale. Per esempio, l’autrice solleva la questione della maternità vista non più come una condizione naturale ma come una costruzione sociale: l’immagine convenzionalmente accettate della madre non coincide con la vera natura femminile e, del resto, la capacità biologica di procreare non implica che la responsabilità e la cura dei figli coinvolga solo alla madre come invece spesso avviene nella nostra cultura. L’aver obbligato le donne a farsi carico dei bisogni dei figli non è altro che una strategia politica maschilista per evitare che la controparte femminile possa ricoprire cariche importanti se non addirittura centrali all’interno della scala sociale.
Riconoscere la subdola tattica di potere, che sulla base di un principio biologico− erroneamente assunto a valore costitutivo dell’essenza femminile− rilega alla donna compiti che non le spettano necessariamente, è il primo passo per liberarsi dal patriarcato. Del resto vittime del sistema patriarcale sono anche gli uomini i quali si trovano a dover assurgere a ruoli e adottare comportamenti che non sempre rientrano naturalmente nel loro essere. Il mostruoso femminile, dunque, è un manifesto alla ribellione che certamente richiederà tempo, sacrifici e sconfitte ma che sicuramente porterà all’eliminazione della società odierna e alla creazione di uno spazio politico vero senza più differenza tra uomini e donne.
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Jude Ellison Sady Doyle, Il mostruoso femminile, Tlon, Roma, 2021
Edizione originale: Dead Blondes and Bad Mothers, Melville House, New York, 2019