“Farsi da mangiare per il giorno dopo è una delle cose più tristi che possano capitare nella vita.”
La protagonista della storia è una ragazza come tante persa nella vita della grande città, costretta a vivere una serie di cambiamenti nella sua vita, per i quali non è preparata. Il primo è la fine di una relazione sentimentale (non decisa da lei); il secondo è il licenziamento e la ricerca spasmodica di una nuova occupazione (decisi da lei).
A darle il tormento sono i fantasmi che si porta dentro, pronti a giudicarla e a puntare il dito su tutto quello che fa, annichilendo sul nascere ogni speranza e buona prospettiva futura. Un storia come tante, comune a molte ragazze (ma anche ragazzi, sebbene facciano molta più difficoltà ad ammetterlo), con problematiche più o meno reali, che si prefigurano come montagne troppo alte da scalare.
Milano pervade la storia raccontata in ogni parola detta e non detta. La città si amalgama con la protagonista ed è presente ben oltre i continui richiami fisici di luoghi e angoli nascosti della città, piuttosto come atmosfera e rielaborazione premeditata delle emozioni narrate.
È descritta alla perfezione la Milano vissuta dalla generazione di ventenni-trentenni disoccupati, sottopagati, sfruttati, ma che riescono comunque ad andare avanti per raggiungere un sogno irraggiungibile. È descritta alla perfezione anche la Milano delle solitudini, delle storie d’amore belle ma finite male, e di quelle sbagliate che continuano nel tempo. Una corretta interpretazione dei mondi paralleli che si sovrappongono nella grande città, e ci portano a conoscere meglio noi stessi, e trovare la compagnia di personaggi immaginari, ma che hanno seguito il nostro percorso di crescita, come possono essere i nostri scrittori preferiti.
La scrittura è scorbutica, senza però voler indicare alcuna connotazione di senso positivo o negativo. La penna dell’autrice corre più veloce del pensiero in alcuni momenti e fa perdere il filo, a causa di una sintassi molto personale veicolata da una punteggiatura sincopata. Di certo si vede il potenziale enorme dell’autrice, che è pronto per sbocciare se ben coltivato e curato e noi siamo ben felici di rimanere alla finestra in attesa della futura fioritura.
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Elena Contenta Petacchini, 52 Hertz, Blonk, Milano, 2018