“Quando è stato soddisfatto un desiderio profondo, la donna è disposta a perdonare. In caso contrario, non perdonerà mai.”
Un romanzo intenso, dedicato all’esplorazione dell’animo femminile, senza alcun tipo di luogo comune o, peggio ancora, di ricerca di facile consenso. Delicato ma allo stesso tempo duro, difficile da digerire in alcuni passaggi eppure ugualmente leggero. Il libro rappresenta una pietra miliare nel percorso di consapevolezza e di accettazione di sé stesse, in particolare in quei momenti della vita quando tutti sono pronti a puntarti il dito contro, a farti sentire emotivamente piccola e dare poca o nessuna importanza ai sentimenti che si provano.
Nelle società a trazione “machista” (il libro è ambientato in Cile, ma potrebbe essere ambientato in molte altre parti del mondo) il trascorrere dei secoli non è stato accompagnato da un uguale sviluppo della società stessa in termini di uguaglianza di diritti tra uomo e donna. In tal senso, l’accelerazione degli ultimi decenni è stata solo un progresso di facciata, che non ha trovato alcun riscontro concreto nella vita quotidiana. Prova ne è il susseguirsi dei racconti delle ospiti dell’Albergo delle donne tristi, in cui tutte ci possiamo ritrovare.
Ogni donna nasce prima di tutto madre e sorella, e questa categorizzazione sarà il fardello con cui dovrà convivere per sempre, anche se non si avranno mai figli, anche se non avranno mai fratelli. Gli uomini consapevoli di questo peso sulle spalle che le donne devono portarsi, spesso ne approfittano e prendono parte al gioco dei ruoli che ne consegue, disinteressandosi della parzialità delle regole del gioco.
L’Albergo descritto dalla Serrano diventa quindi un rifugio-nonrifugio, dove le ospiti hanno tempo per mettere ordine alle proprie vite e non essere messe sotto esame costantemente; hanno inoltre la possibilità di confrontarsi con altre donne diversissime per formazione culturale e classe sociale. Questo luogo rappresenta la migliore terapia per guardarsi dal di fuori, da punti di vista totalmente nuovi e impensabili.
Sarebbe bellissimo che l’Albergo fosse un luogo reale dove poter prenotare un soggiorno di qualche mese, noi saremmo tra le prime ad andarci.
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Marcela Serrano, L’albergo delle donne tristi, Feltrinelli, Milano, 2010
Edizione originale: El albergue de las mujeres tristes, Alfaguara, Santiago, 1997