Scritto da Federica Gallotta
Uno
Forse perché il mio nome non ha mitologia
non tiro frecce né dono il filo, col mio
ho tessuto inganni misti
a parole. Mi dissolvo come
Eco che guarda chi non la vede
né la ascolta andare via.
Anonimia è il mio cognome.
Due
Ma se a tutti – ragiona – racconti
i tuoi sogni, sopra quale monte
inaccessibile rimane il mio girasole?
Sembrava cosa buona avvicinarlo
alla luce. Ora da lì solo osserva
e si brucia. A ragione prega
qualche nuvola di passaggio.
Tre
Come il pendolo che suona l’ultima
ora in cui riluce il sole, su tutte
le ombre poi scompare. Rimane
(diaspro rosso al collo, tondo che cade)
un silenzio vuoto – da riempire ex novo.
Alla fine si è scoperto chi fosse Sibilla
Didone non vacilla mica, resta zitta.
L’altro fonda Roma o rimane
in manicomio come è giusto.
C’è chi non distingue la differenza
tra un agapanto e un crisantemo.
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