“Per comprendere una realtà, è necessario prenderne coscienza.”
Uscito in prima versione del 1962, il libro di Pantaleone ha avuto il merito di rompere il muro di silenzio attorno ad uno dei temi più controversi della storia d’Italia: i rapporti tra mafia e politica.
Un legame subdolo, che come un cancro ha minato lo sviluppo di una intera regione. Attraverso un malcelato lassismo morale, difatti, si è preferito chiudere gli occhi su questioni ritenute periferiche, fino a quando non hanno preso dimensioni nazionali, di impossibile soluzione (e ci spiace dirlo).
Uguale comportamento dei referenti politici locali, che pur di garantirsi il consenso fittizio di bacini elettorali sempre più consistenti, non hanno disdegnato la creazione di zone opache di contiguità con la mafia. Un modus operandi per molti versi ancora funzionante, come riportano tante sentenze nel corso degli anni.
La storia della mafia è un tutt’uno con quella siciliana, e non poteva essere altrimenti. La morfologia del territorio e la struttura sociale hanno costituito il sottobosco naturale per la fioritura della sottocultura mafiosa.
Un libro che va quindi assolutamente letto, contro ogni ipocrisia, per capire alcuni meccanismi che hanno reso l’Italia il paese che conosciamo oggi. Una presa di coscienza collettiva necessaria a chi continua a volgere lo sguardo dall’altra parte, e fingere di non vedere il rapporto malato tra legalità e illegalità.
Le parole scritte sono la testimonianza diretta dell’impegno concreto di Pantaleone nella lotta alla mafia, in un periodo storico in cui l’impegno maggiore, anche all’interno delle istituzioni, era quello di negarne l’esistenza.
Particolarmente apprezzata la dovizia di particolari con cui viene ricostruito il ruolo dei mafiosi nello sbarco dei soldati alleati sull’isola durante il secondo conflitto mondiale. Un passaggio fondamentale per capire il connubio tra mafia e politica.
Stupenda l’introduzione alla lettura di Carlo Levi, con una descrizione scenografica ma veritiera della piazza di Villalba, e dello scorrere immutabile del tempo.
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Michele Pantaleone, Mafia e politica, Einaudi, Torino, 1972