Scritto da Elena Danioni.
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Giosuè Calaciura in 107 pagine ci racconta l’ordinaria corsa del tram 14 che, nel giorno magico della vigilia di Natale, attraversa Milano, destinato a raggiungerne l’ estrema periferia. Il tram, complice la speciale data della vigilia di Natale, assume le sembianze di una cometa con i fari che illuminano le rotaie e le scintille di fuoco che si irradiano nella notte. Fermata dopo fermata scopriremo come il tram raccolga “gli umili del ceto più disgraziato: i pendolari del no. 14”. Il primo del quale faremo conoscenza è un neonato di colore, avvolto in una coperta legata ben stretta all’ultimo sedile del convoglio 14. Di quello che sembra il miracolo della Natività trasferito dalla grotta di Betlemme al tram urbano, non ne vorrà sapere l’autista che ha provveduto a foderare di giornali la propria cabina non volendo vedere il carico di sofferenza e povertà che caratterizza normalmente i passeggeri della corsa notturna. La prima ad accorgersi della presenza del neonato sarà una ragazza africana malata costretta ad offrirsi in cambio del cibo che un suo cliente, povero ed anziano, ha con sè.
Seguiranno un giovane immigrato africano che sopravvive con quel pochissimo che rimane a compenso di lunghe ed estenuanti giornate di lavoro a cottimo ai mercati generali o nei cantieri irregolari dell’edilizia. Il mago bengalese che in passato, da solo con i suoi numeri di prestigio, incantava adulti e bambini ora sempre solo assiste alla disdetta dei suoi spettacoli da parte di impresari venuti a conoscenza della terribile malattia che lo ha colpito: l’Alzheimer.
Ad una delle fermate sale un cameriere filippino di nome Noel, che ha appena finito di servire una cena sontuosa presso una elegante abitazione del centro a beneficio degli ospiti di una padrona di casa che, non sazia della facoltà di decidere orari e compensi del cameriere suo subordinarlo, per capriccio modifica il nome di Noel. Egli fra le mura dell’elegante casa assumerà in nome di Filippo. Al lettore rimane il subbio se l’ esigente datrice di lavoro avrebbe provveduto a “ribattezzare” e se si come i subordinati di altre aree geografiche o nazionalità.
Fra i passeggeri della corsa notturna trovano spazio un venditore di ombrelli con i pensieri rivolti al devoto figlio in Germania ed una infermiera costretta a due lavori, uno in una clinica circondata da un parco, l’altro come badante di una anziana signora venuta a mancare quella giornata stessa.
I temi di Calaciura sono quelli della contemporaneità. Descrivendo quanto avviene nel convoglio l’autore ci descrive la drammatica povertà di molti italiani e stranieri, il feroce sfruttamento dei lavoratori stranieri da parte di datori di lavoro italiani o loro connazionali. Il crescente razzismo della nostra società. Una lettura che prende per spunto la festività più cara del Cristianesimo per una lettura che può essere apprezzata e fruita tutto l’anno.
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Giosuè Calaciura, Il tram di Natale, Sellerio, Palermo, 2018