“Anche se non ero contenta della mia situazione e di quel rapporto, avevo paura di uscirne e cominciavo ad essere schiava della mia paura.”
Il libro è la cruda cronaca di una violenza, fisica e psicologica, subita nel tempo da una ragazza all’interno delle mura domestiche. Sale sulle ferite aperte della nostra società che deve far riflettere, perché non è un racconto di fantasia, ma vissuto in prima persona dall’autrice.
Jasmine Irani era venuta in Italia dall’Iran per seguire un sogno: studiare architettura e assorbire tutta quella cultura e bellezza conosciuta solamente attraverso i libri. Una ragazza che potrebbe essere nostra sorella, o la nostra migliore amica, coraggiosa da lasciare gli affetti familiari per viaggiare nel mondo e sbocciare come donna.
Nel volgere di poche settimane il sogno si sarebbe trasformato in incubo. La frequentazione con un ragazzo, anche lui iraniano, segnerà l’inizio della fine. Prima violentata, poi picchiata, poi lasciata affogare in un palude melmosa di bugie e ricatti morali.
Pur essendo vittima, Jasmine invece di denunciare il male subito, inizia a sentirsi lei sbagliata, come se la colpa di quanto subito fosse sua. Una storia già sentita, da cui purtroppo molte donne non riescono a uscire, ma per fortuna non è questo il caso. Il supporto di amiche sconosciute darà la forza a Jasmine di aprire gli occhi.
Per quanto possa sembrare strano, riteniamo che la lettura di questo libro debba essere resa obbligatoria per tutte le donne, in qualsiasi latitudine del mondo, per amarsi e per non dare false giustificazioni agli uomini che usano violenza. Uno schiaffo non è amore, un pugno non è amore, la violazione del corpo non è amore.
Per quanto riguarda la cifra stilistica, la scrittura è molto semplice, e a tratti scolastica. Una pura constatazione, che possiamo giustificare dalla non perfetta padronanza della lingua italiana dell’autrice. Quello che abbiamo apprezzato meno è la preponderante ingerenza dell’editor nel testo (ma magari ci sbagliamo). Sembra esserci un diaframma tra la storia raccontata, le parole utilizzate e il lettore, che fanno perdere parzialmente l’emotività e la tragicità della storia raccontata, come un cazzotto tirato sott’acqua.
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Jasmine Irani, L’abbraccio della signora Sole, La vita felice, Milano, 2018
One comment
Erika Plicato
2 Aprile 2020 at 23:25
Tema da non sottovalutare.. Mi ha davvero appasionata. Consiglio la lettura.
Donne parlate parlate parlate!!