“E’ questo che colpisce. La progressiva indifferenza per il peso delle parole: “E che avrò mai detto di male?” La montante indifferenza verso chi si scandalizza per questo o quell’insulto razzista.”
Dove nasce il pregiudizio? Quanto è antico il concetto di straniero? Chi è il diverso? Dove nasce il bisogno di scavare un confine morale-razziale-sociale con l’altro? Il saggio di Stella offre un vasto ventaglio di spunti di riflessione, per rispondere in maniera esaustiva a questi e tanti altri quesiti. Un’attenta analisi storico-giornalistica, dallo stile asciutto ed essenziale, capace di arrivare direttamente al cuore del problema, senza fronzoli.
Il caso studio principale è naturalmente l’Italia. Un paese di difficile, anzi ci sentiamo di dire d’impossibile interpretazione. Lo stivale per secoli è stato territorio d’emigranti costretti, per fame e povertà, a cercare fortuna in ogni angolo del mondo, eppure dalla memoria corta quando stato il loro turno d’accogliere chi bussava alla propria porta per sfuggire a guerra e fame. O almeno questa è l’impressione che viene trasmessa dai messaggi di alcuni partiti politici, che basano sulla stigmatizzazione dell’altro, del diverso, la propria ricerca di consenso.
Nazionalismi fuori luogo, sparsi nel sottosuolo culturale della quasi totalità dei paesi del mondo, rischiano di far tornare alla mente fantasmi che pensavamo essere scomparsi per sempre. Esempi continui ne abbiamo persino in quelle istituzioni sovranazionali nate per rafforzare la pace e la prosperità dei popoli, come l’Unione Europea. Così abbiamo sogni anacronistici di chi vorrebbe ricreare la grande Ungheria, a discapito delle minoranze rumene, oppure di chi vorrebbe ricreare la grande Romania, a discapito delle minoranze ungheresi. Un totale controsenso capace di fare proselitismi.
Il libro è stato pubblicato nel 2009, noi abbiamo letto una edizione aggiornata al 2011. Due anni dalla consistenza di cento anni per i fatti narrati e gli aggiornamenti necessari. Oggi, a dieci anni di distanza da quella prima edizione, sembrano essere passate ere geologiche, per l’evoluzione (o involuzione?) del mondo attorno a noi. Si è arrivati ormai a sdoganare praticamente tutto nel linguaggio politico-sociale contro chi si pensa sia diverso da noi.
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Gian Antonio Stella, Negri, froci, giudei & co., Rizzoli, Milano, 2009