“La mia famiglia si può dire che non sia mai esistita come tale.”
Raccolta di racconti pubblicata postuma, in cui gli amanti di Piero Chiara ritrovano tutti i contenuti del suo stile narrativo: il lago maggiore, le malelingue del paese, il tempo fisso della vita di provincia, la memoria scomparsa, il cinismo dell’essere umano. Partendo dagli anni Venti dello scorso secolo, le vicende riportate arrivano fino ai primissimi anni Ottanta, ad identificarsi idealmente con la vita dell’autore.
Trenta racconti vecchi dentro, ma dai dialoghi e dalla forza descrittiva della società italiana, che riescono a rimanere giovani fuori. Tanto che c’è da chiedersi se questo sia dovuto alla capacità osservativa dell’autore, oppure al fatto che in Italia nulla cambi realmente; e passano le guerre, e passano le mode, e passano i valori, ma il carattere degli italiani rimane immutabile.
Forse è proprio questo il valore aggiunto che Piero Chiara riesce a dare a tutti i suoi scritti, per quanto brevi, per quanto scorbutici, per quanto a volte fastidiosi? Quello di farci riflettere sulle nostre abitudini, sugli ambienti in cui siamo cresciuti, e il nostro modo di rapportarci al prossimo, perché siamo tutti figli di una provincia.
Abbiamo avuto più di qualche racconto preferito, ma ci piace ricordare quello relativo a “I ladri di Milano”, che raccontano molto della vita, e di una Italia, che anche nel malaffare, aveva una certa innocenza, che ormai è andata perduta.
Noi non siamo amanti dei libri postumi, specialmente nel caso di libri non programmati dall’autore, perché pensiamo che manchi il suo ultimo imprimatur finale. Constatazione ancora più vera in questo testo, dove i racconti sono stati messi assieme in una sequenza cronologica, che magari lo scrittore non avrebbe apprezzato o, peggio ancora, includendo storie che lui avrebbe preferito far cadere nel dimenticatoio. Non possiamo saperlo. Nonostante questa considerazione di base, Piero Chiara piace in tutte le forme, e leggerlo è sempre un piacere. Per questo lo consigliamo con ardore, magari non come prima lettura con cui approcciarsi all’autore, ma dopo aver già masticato qualche suo scritto antecedente.
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Piero Chiara, Di casa in casa, la vita, Mondadori, Milano, 1988