Prima di noi

Scritto da Elisa Lorenzini.

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Le colpe dei padri non sono quelle dei figli. Eppure, in una certa misura, sì. Perché se è vero che ogni epoca e ogni uomo ha il suo fardello, è vero anche che ai posteri tocca confrontarsi col vissuto di chi li ha messi al mondo, assorbendone colpi e contraccolpi.

In quest’ottica consequenziale, che assegna a ciascuno il suo ruolo in un domino familiare senza scampo, Giorgio Fontana disegna una meravigliosa epopea degli umili a cavallo tra due secoli.

I Sartori, sorta di Buddenbrook nostrani senza blasone, iniziano in un angolino di Friuli sotto le scosse della prima guerra mondiale, quando un padre di famiglia interviene per correggere l’onore di una ragazza innamorata. E da lì si disperdono tra le pieghe della Storia, diversi ma uniti dal filo rosso del sangue: quel richiamo ambiguo e doloroso che non si può sfuggire.

Attraverso i sogni e i malesseri di tre generazioni, il lettore sfoglia le pagine di un’Italia che stenta a farsi, fra proclami e storie di ordinaria povertà, idealista ed egoista, regina e sguattera allo stesso tempo. Una patria bella e difficile, che i protagonisti di Fontana incarnano bene con la loro complessità.

Dalle trincee sul Carso alla propaganda operaia nei vicoli, dalle lotte anarchiche nei bunker della gioventù sessantottina a quelle più banali di chi cerca il proprio posto nel mondo, il lettore segue i Sartori col cuore in mano, con l’incredulità sospesa, e con la sensazione di leggere di sé stesso.

Perché questo fanno i grandi libri: ci portano dove, in un certo senso, siamo già stati. Nelle pieghe del nostro vissuto, o di quelli che abbiamo anche solo intuito.